Patria Grande a fianco del popolo e del governo cubano

Patria Grande è a fianco del popolo e del governo cubano, impegnato in un’aspra battaglia contro il COVID e l’imperialismo statunitense.

Le sceneggiate di alcune centinaia di persone, dirette e gestite da infiltrati sostenuti dagli Stati Uniti, sono state realizzate per tentare di internazionalizzare l’immagine di una crisi politica che non c’è.

Allo scopo di spacciare l’aggressione annessionista con una presunta mobilitazione libertaria, vengono lautamente stipendiati personaggi che si prestano al ruolo di pedine dell’impero e di infiltrati, come coloro che fanno parte del cosiddetto movimento San Isidro, che parlano di diritti umani e democrazia ma intendono in realtà preparare il terreno all’intervento, se possibile anche militare, degli Stati Uniti.

Cuba soffre enormi difficoltà sociali causate da un blocco economico statunitense i cui effetti, però, vengono internazionalizzati attraverso il ricatto e le minacce USA ai suoi alleati affinché non abbiano rapporti commerciali e finanziari con l’isola.

La risposta di Cuba alla pandemia COVID è stata esemplare. Ma il bloqueo che dura da sessant’anni ha rallentato la risposta sul piano sanitario e determinato, insieme alla pandemia, danni economici senza precedenti.

Cuba è adesso vittima di una nuova aggressione modulata in forma cinica e criminale: gli viene impedito l’acquisto di ventilatori polmonari e di siringhe, per cercare di portare al collasso il sistema sanitario e di creare quindi una condizione di difficoltà per la sua coesione sociopolitica.

Il virus è diventato il migliore alleato dell’amministrazione Biden, che continua ad applicare la strategia che dal 1959 ha ispirato Washington: assediare, soffocare e isolare per determinare, in ogni modo possibile, un peggioramento delle condizioni di vita nell’isola che spinga la popolazione alla rivolta.

Un piano ignobile di destabilizzazione che mira alla conquista dell’isola, orchestrato dagli Stati Uniti e sostenuto da alcuni paesi europei e latinoamericani le cui tracce di fascismo non vengono nemmeno più occultate.

E’ la stessa tattica operata contro Venezuela, Nicaragua, Bolivia e in altre parti del continente americano. Investire nella controrivoluzione, nell’illusoria speranza del rovesciamento del socialismo cubano, costituisce oggi per Biden e la sua amministrazione un’esigenza pressante, proprio mentre si delineano le premesse di una nuova ondata progressista in tutta l’America Latina, che dal Cile al Brasile, dalla Colombia al Perù, scuote a fondo il dominio di Washington sul continente.

Nell’aggressione a Cuba un ruolo vergognoso spetta al Parlamento europeo, cioè l’assemblea legislativa del continente che ha ricevuto, nel pieno della pandemia COVID, l’aiuto efficace e disinteressato delle brigate mediche cubane.

Strasburgo ha morso la mano che aveva portato il soccorso, votando poco tempo fa un’ignobile risoluzione contro Cuba, peraltro in lampante contraddizione col voto espresso da tutti i governi europei contro il blocco all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Biden e i suoi soci europei non si facciano illusioni. Il popolo e il governo cubano, tra loro indissolubilmente uniti, hanno attraversato fasi anche peggiori dell’attuale. Cuba saprà contrastare ogni manovra de stabilizzatrice e ristabilire la verità dei fatti.

Va immediatamente eliminato il blocco economico che la asfissia da circa 60 anni. Tutte le persone oneste, le organizzazioni politiche e sindacali autenticamente democratiche, progressiste e di sinistra, sono oggi chiamate a stringersi attorno a Cuba per affermarne nei fatti il diritto alla sovranità ed autodeterminazione, ed a proseguire nell’attuazione di quanto previsto dalla sua Carta costituzionale, libera da aggressioni e ingerenze imperiali.

Roma, 14 luglio 2021

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